Lettera del direttore della SPES, prof. Luca Grion, ai corsisti

«Anche se il presente sembra così opprimente, sono sicuro che il futuro sarà ancora ricco di belle sorprese; facciamoci trovare preparati. A chi è chiuso tra le quattro mura domestiche, impossibilitato ad agire e costretto al ruolo di spettatore impotente, auguro di rendere fertile questo tempo, in attesa di nuove e più consapevoli forme di protagonismo».

Con queste parole si conclude il messaggio che Luca Grion, direttore della SPES, ha inviato ai corsisti, unitamente all’augurio di poterli presto ritrovare in aula.

 

Il testo della lettera

Carissimi,

è appena passato il fine settimana; il primo senza la SPES. È da un po’ che non ci sentiamo, spero di trovarvi bene e che altrettanto bene possano stare le persone a voi care.

In questo tempo di rinunce e di privazioni sono molte le cose di cui avvertiamo la mancanza. L’impossibilità di muoverci liberamente, di incontrarci, di abbracciarci comincia a pesare come un macigno. Sono sicuro che ciascuno di voi ha la sua, personalissima, hit parade delle cose di cui avverte più acuta la nostalgia e se una cosa tutta questa storia potrà (forse) insegnarci è proprio il valore delle piccole cose che davamo per scontate e che, mai come oggi, iniziamo ad apprezzare.

Nella mia personale classifica, tra il tanto di buono che è rimasto inaccessibile fuori dai confini di casa, c’è sicuramente il gusto del cammino che stiamo facendo assieme. Lo scorso fine settimana avremmo dovuto riflettere su inclusione e integrazione, sulle vecchie e nuove forme di povertà, sui mille volti della fragilità, sulle fatiche dell’accoglienza. Ci ritroviamo, invece, a fare i conti con le nostre fragilità, con l’incertezza di un futuro che suscita timori e paure, con una crescente sfiducia in chi ci sta accanto quando usciamo per fare la spesa. Il volume del male sembra ampliarsi di pari passo con il contagio e la tentazione di lasciarci vincere dallo sconforto è grande.

Al tempo stesso, però, possiamo mettere gli occhi sul tanto di buono che sta prendendo la scena: la generosità di tanti medici e infermieri, insegnanti e forze dell’ordine, volontari e lavoratori che continuano a fare il loro dovere affinché la vita possa proseguire, nonostante tutto. E ancora: i tanti atti di altruismo, le piccole gentilezze, la capacità di far sentire la propria presenza anche a distanza. Nonostante tutto il bene riafferma una volta di più la sua creatività e la sua energia contagiosa.

Non so quando riusciremo a rivederci in aula; temo non così presto come ciascuno di noi vorrebbe. Però verrà il tempo di riunirci ancora e sarà bello poter ragionare assieme sull’eredità che questo tempo ci avrà lasciato.

Provate allora a dedicare qualche ora di queste lunghe giornate per riflettere sui problemi e sulle opportunità che caratterizzano questo tempo di prova. Cercate di mettere a fuoco gli elementi essenziali che ne contraddistinguono la dimensione politica, economica, educativa, comunicativa. Sforzatevi, se possibile, di prendere nota di questi pensieri; sarà utile rileggerli quando tutto sarà passato. Ancora una cosa: nel farlo lasciatevi guidare dagli strumenti di navigazione che ci siamo dati; provate a vedere se Costituzione e Dottrina Sociale riescono a suggerire una rotta capace di uscire dalla crisi non per tornare al porto di partenza, ma per approdare a nuove terre, tutte da scoprire.

Anche se il presente sembra così opprimente, sono sicuro che il futuro sarà ancora ricco di belle sorprese; facciamoci trovare preparati. A chi è chiuso tra le quattro mura domestiche, impossibilitato ad agire e costretto al ruolo di spettatore impotente, auguro di rendere fertile questo tempo, in attesa di nuove e più consapevoli forme di protagonismo.

A voi e alle vostre famiglie, da parte mia e di tutto lo staff della SPES, i più cari auguri di “buona prigionia”.

Un abbraccio,

 

Luca Grion

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